CHI SIAMO

La passione come motore, l’entusiasmo come “carburante”. Stagione dopo stagione, la Società del Teatro e della Musica “Luigi Barbara” si è sempre più identificata in questo motto e per tanti motivi. Per la qualità, eroica e pionieristica, delle persone che l’hanno fatta nascere – Ennio Flaiano, in primis, che fu il presidente della primissima stagione – e per il valore delle stagioni proposte sia in campo teatrale che musicale.

 

Promuovere cultura in una città senza un teatro e senza auditorium: una città in cui la domanda è sempre stata forte e l’offerta, alla metà degli anni Sessanta, pressoché inesistente e, soprattutto, “dormiente”. La missione della Società del Teatro e della Musica “Luigi Barbara” ha colto subito nel segno: un impegno personale e un’abnegazione assoluta hanno portato alcune rivoluzioni anche nella scena nazionale dello spettacolo italiano, con la coesistenza nelle stagioni musicali del jazz a fianco della classica e, soprattutto, spettacoli e concerti di qualità assoluta sin dalla partenza.

 

E non è un caso che dalle esperienze di quei concerti – imprevedibili, unici e storici nella loro grandiosità – sia scaturita la scintilla che ha dato vita alla vicenda altrettanto unica e magnifica di Pescara Jazz.

 

Dal 1966, sono cambiate moltissime cose, sia dal punto di vista sociale che culturale, sia nel modo di pensare il rapporto con gli spettacoli da parte del pubblico che nell’offerta generale. La Società del Teatro e della Musica “Luigi Barbara” ha aperto la strada a molte realtà che si sono affacciate nel corso degli anni, ha conosciuto momenti di alterne fortune ma è riuscita – e riesce – a mantenere sempre alta la qualità delle proprie stagioni con i più importanti attori della prosa nazionale e i protagonisti del panorama concertistico internazionale. Un percorso che viene esemplificato dal ritorno in queste ultime stagioni di Jazz ‘n Fall: da una parte, rinnova in maniera significativa il legame con il jazz, da sempre caratterizzante per il nostro sodalizio, dall’altra si muove nella direzione individuata, a suo tempo, da Gil Evans con il disco “New Bottle, Old Wine” e punta a mettere in connessione la grande tradizione con lo sguardo alla contemporaneità. 

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