aprile, 2025

04apr21:00CORO DELL’ACCADEMIA DI PESCARA, CORO DEL TEATRO VENTIDIO BASSO DI ASCOLI PICENO, CORO E ORCHESTRA SINFONICA DEL CONSERVATORIO DI PESCARAOrchestre e Complessi

Dettaglio evento

Magia, mistero ed incantesimi: questi sono gli ingredienti del programma proposto per questo concerto, che si preannuncia scoppiettante e vivo.

La musica riesce ad evocare riti ancestrali presenti profondamente nell’identità culturale dell’uomo, anche se spesso ridotti alla “damnatio memoriae” dal credo religioso che ha sempre visto, nei riti antichi un potenziale, quanto inarrivabile nemico.

La notte di San Giovanni sul Monte Calvo, schizzo sinfonico più semplicemente noto come “Una notte sul Monte Calvo” come come lasciato da Musorgskij (cercò variamente di utilizzarlo, senza mai riuscirvi) si articolava in quattro momenti: Il convegno delle streghe – II corteo di Satana – Trionfo di Satana – Sabba delle streghe. Rimskij-Korsakov riordinò il brano in sei episodi, aggiungendo un tranquillo finale dopo l’Allegro feroce.

La struttura della Fantasia da concerto è pertanto questa (non necessariamente indispensabile, però, alla comprensione della musica): Suoni sotterranei di voci sovrannaturali – Apparizione degli spiriti delle tenebre e di Satana – Trionfo di Satana e “Messa Nera” – Sabba -Suono della campana che disperde gli spiriti delle tenebre – Sorgere del giorno.

L’orchestra è piuttosto nutrita; la percussione include, con i timpani, piatti e grancassa; il tam-tam interviene nei momenti di esasperazione fonica e timbrica, ottenuta nel “crescendo” di una geniale sovrapposizione di strati sonori. Allo smalto timbrico si unisce la ricchezza armonica (cara a Musorgskij), per cui la Fantasia passa attraverso varie tonalità, prima di giungere al re maggiore del conclusivo Poco meno mosso, avviato dai rintocchi lunghi di una campana, risuonanti in un alone fonico assicurato da flauti, clarinetti, fagotti e violoncelli.

Sono sei lenti rintocchi, dai quali si distacca una melopea dei violini (con sordina), poi interrotta da altri sei colpi della campana, sostenuti dall’area vibrazione dell’arpa. Dall’evanescenza del quarto rintocco di questa seconda serie, si libera il canto del clarinetto che, dopo il quinto suono della campana, cede il passo al flauto dischiudente, in sette battute, la limpida luminosità di uno spazio nel quale fanno in tempo, prima dell’ultimo rintocco, Modinka e Korsinka, a scambiarsi ancora un bagliore d’intesa.

L’apprendista stregone, scherzo sinfonico di Paul Dukas, si avvale delle movenze dello scherzo, in tempo di 9/8, e delle armonie create a partire dalla scala esatonale (a toni interi) per suggerire un clima tenebroso e misterioso.

La trama è molto semplice, ma profondamente istruttiva: un apprendista stregone, approfittando della temporanea assenza del suo maestro, compie un incantesimo in modo da non dover svolgere il lavoro che gli è stato ordinato. Ma a un certo punto la situazione gli sfugge di mano e, a causa dell’inesperienza, non riesce più ad annullare il sortilegio che ha messo in atto, al punto da venirne travolto. Per fortuna lo stregone ritorna e immediatamente riporta la situazione alla normalità, e quindi punisce con un colpo di scopa l’incauto apprendista. Questa trama anche soprattutto grazie alla musica di Dukas è divenuta celebre, al punto che ancora oggi il modo di dire “apprendista stregone” indica una situazione (di un singolo individuo o di una intera comunità, addirittura di una nazione) iniziata con faciloneria e troppa sicurezza e poi precipitata in un futuro incerto e denso di incognite.

La prima notte di Valpurga, per soli e coro, terminata nel 1841, fu uno dei progetti più esigenti e complessi di Felix Mendelssohn, pari in importanza, se non nella durata, ai due Oratori maggiori, il Paulus (1836) e l’Elijah (1846): e nel risultato è uno dei suoi capolavori. Lo stile della musica di Mendelssohn è drammatico e severo, e con gli accentuati contrasti tra un episodio e l’altro egli ottiene una tensione maggiore di quella del testo poetico. Ciò accade subito, sin dall’inizio sinfonico, nella mirabile transizione dalla bufera invernale al canto del tenore (“Es lacht der Mai”, “Sorride il maggio”), attraverso una splendida pagina strumentale, riccamente modulante, serena e a mano a mano più chiara: è la capacità che ha Mendelssohn di esaltare la propria fantasia poetica di fronte a un paesaggio notturno. I canti dei fedeli pagani (sacerdoti druidi e popolo) sono solenni ed entusiasti, espressione di eroica costanza anche di fronte al pericolo. Sicura è l’efficacia anche degli effetti imitativi e descrittivi, come la lesta e scattante invenzione strumentale sul sillabato dei guardiani pagani (Allegro leggero, n. 4) che si incitano l’un l’altro a disperdersi nascondendosi nei boschi. Il momento di massima intensità spirituale è la preghiera del sacerdote col coro (Andante maestoso, n. 3, la minore), una pagina religiosa non indegna affatto di un oratorio cristiano. Interrotta dalle esclamazioni di spavento dei militi cristiani (Allegro non troppo, n. 8, do minore), riconferma la sua forza nel fulgido do maggiore finale.

Tania Buccini

Ora

(Venerdì) 21:00

Dove

TEATRO MASSIMO

Via Caduta del Forte, 15 - 65121 Pescara PE

PROGRAMMA DI SALA

F. Mendelssohn-Bartholdy

Die erste Walpurgisnacht, op. 60

(La prima notte di Valpurga)

Cantata per soli, coro e orchestra

M. Musorgskij

Una notte sul Monte Calvo

P. Dukas

L’apprendista stregone

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